NO.7 CHERRY LANE

NO.7 CHERRY LANE
Regia di Yonfan. Titolo originale: No.7 Cherry Lane. Genere Animazione - Hong Kong, 2019, durata 125 minuti.

di Tommaso Tocci
Hong Kong, 1967. Mentre nelle strade della colonia britannica si accendono le rivolte, i viali alberati delle colline di North Point rimangono più tranquilli, e popolati da abitanti cinesi che hanno trasformato l'area in "Little Shanghai". Al numero 7 di Kai Yuen Terrace vivono la signora Yu e sua figlia, Meiling, di 18 anni. Quando la ragazza ha bisogno di lezioni private per i suoi studi, la signora Yu si affida a Fan Ziming, un brillante e fascinoso studente della Hong Kong University che darà il via a un rapporto parallelo con madre e figlia.
Yonfan, regista cinese di nascita ma hongkonghese d'adozione e di ispirazione, torna alla regia dopo un intervallo di dieci anni, dedicato principalmente alla scrittura (dai suoi racconti sono adattati i tre segmenti del film).
Lo fa con un'opera d'animazione, la prima della carriera, un tributo alle atmosfere degli anni Sessanta nella città ma più in generale un eterogeneo e spesso assurdo calderone di mood artistici e di opulenza decorativa, traboccante di letteratura, cinema e sensualità.

Impertinente ma nostalgico, consapevole eppur serioso, No.7 Cherry Lane è il punto di arrivo del melò Prince of Tears, film precedente del regista sul Terrore Bianco di Taiwan, proprio come lo è per la sua protagonista, la signora Yu, che a causa di quegli eventi è emigrata a Hong Kong assieme alla figlia.

Se in teoria l'ambientazione e il contesto potrebbero investire il film di una valenza molto attuale, con le rivolte comuniste di Hong Kong all'epoca indirizzate al potere coloniale che portano alla mente le proteste del 2019, in realtà Yonfan è ostinatamente distante, orgogliosamente fuori dal tempo, e non lascia mai che il mondo bussi al suo civico numero sette. Nulla può quindi disturbare gli elogi della lentezza, nell'arte come nella vita, le letture de "La ricerca del tempo perduto" di Proust, le ricreazioni animate dei film di Simone Signoret, e a uno studio meticoloso dei corpi in movimento, sia sul campo da tennis che sotto la doccia immediatamente successiva.

Commenti

Post più popolari