ADULTS IN THE ROOM

ADULTS IN THE ROOM
Regia di Costa-Gavras. Un film con Valeria Golino, Georges Corraface, Daan Schuurmans, Colin Stinton, Ulrich Tukur. Genere Drammatico - Francia, 2019, durata 124 minuti.

di Giancarlo Zappoli
Dietro porte chiuse va in scena una tragedia umana. Un tema universale, una storia di persone intrappolate in un’inumana rete di potere. Il circolo brutale delle riunioni dell’Eurogroup che impone alla Grecia la dittatura dell’austerity con un totale disprezzo per l’umanità e la compassione. Una trappola claustrofobica senza via d’uscita che esercita pressione sui protagonisti e finisce con il dividerli. Una tragedia nel senso della Grecia Antica: i personaggi non sono buoni o cattivi ma guidati dalle conseguenze delle loro convinzioni su cosa sia giusto fare. Una tragedia per i nostri tempi molto moderni.
In via del tutto eccezionale la sinossi è la traduzione letterale di quella scritta da Costa-Gavras per il pressbook del film.
Costituisce un ottimo esempio di come questo suo film voglia configurarsi come un preciso atto di accusa di fronte al quale non sono percorribili vie di mezzo: o si accetta il punto di vista o lo si respinge. Perché la prospettiva da cui si legge l’intera vicenda del rapporto tra il governo greco e le istituzioni europee è molto particolare.
Il titolo del film è infatti lo stesso del libro pubblicato da Yanis Varoufakis (all’epoca Ministro dell’Economia del Governo presieduto da Alexis Tsipras) e l’intero succedersi degli incontri segue la visione che il professore di economia prestato alla politica ha di quegli accadimenti che, nel sottotitolo del volume, definisce come “La mia battaglia contro l’establishment dell’Europa”.

Costa Gavras lo segue in totale adesione e per uno spettatore italiano si verifica una sorta di straniamento. Ci si chiede cioè come mai alcune sue affermazioni risuonino familiari in quanto ripetute in questi mesi e anni da un leader politico che ideologicamente non ha nulla da spartire con il ministro dichiaratamente di sinistra.

Ecco allora emergere il motivo di interesse per un film che il regista greco realizza con lo stesso stile che caratterizzava le sue opere degli anni a cavallo tra gli anni Sessanta e i Settanta. Il disagio nei confronti di istituzioni che di recente hanno dovuto ammettere che il programma nei confronti della Grecia è stato troppo duro e che non si era tenuto conto “del crollo della speranza e delle aspettative”, è trasversale. Sono i rimedi che divergono profondamente.

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