A GIRL MISSING

A GIRL MISSING
Regia di Kôji Fukada. Un film con Mariko Tsutsui, Mikako Ichikawa, Sôsuke Ikematsu, Kentez Asaka, Mitsuru Fukikoshi. Titolo originale: Yokogao. Genere Drammatico - Giappone, 2019, durata 111 minuti.
di Emanuele Sacchi
Risa segue un parrucchiere da vicino, senza che se ne comprenda lo scopo. Anni prima, colei che abbiamo conosciuto come Risa si chiama Ichiko e si prende cura di una donna anziana; con le nipoti della donna, Motoko e Saki, Ichiko sviluppa un rapporto di amicizia materna, finché non subentra un dramma a incrinare l'equilibrio e a rendere, da serena che era, angosciante e insostenibile la vita di Ichiko.
Con Harmonium, vincitore del Premio della giuria a Un certain regard 2016, Fukada Koji ha elevato il proprio linguaggio, fino a realizzare un'opera disturbante su vendetta e senso di colpa, sull'impatto duraturo e devastante di un passato che non si può cancellare.
A Girl Missing - in originale Yokogao, ossia "di profilo" - prosegue il discorso in un'altra direzione e da un'altra prospettiva. Femminile, questa volta: una donna ingenua e istintuale come Ichiko, che finisce invischiata in un labirinto di maldicenze e sospetti, che la obbligheranno a intraprendere scelte dolorose.

L'escalation di dolore di Fukada procede per strappi improvvisi, ma in un crescendo generale di intensità. Ha tutto inizio in un caffè, durante un incontro casuale, con Ichiko come motore inconsapevole delle azioni, catalizzatore dei peggiori istinti. A Fukada sono sufficienti un campo e un controcampo, con la macchina da presa che si sofferma per qualche minuto in più su un soggetto dell'inquadratura, per trasmettere la necessaria sfumatura del suo profilo psicologico.

In tutto A Girl Missing luce e rumori si alternano, come i bisturi nelle mani di un chirurgo invisibile, che sfrutta sensazioni audio-visive, sequenze oniriche, ralenti per trasmettere ciò che i personaggi non possono (o non vogliono) rivelare. Il vapore che rende sfocate le persone sullo sfondo, il buio di un effetto controluce sul volto di Motoko, quasi a prefigurare la sua natura ambigua, assomigliano a indizi ma sono elementi di un percorso che è Fukada stesso ad intraprendere, per sondare gli abissi misteriosi della natura umana.

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